” IL PONTE DI FERRO “

 

image imageChi di voi ricorda il Ponte di Ferro ?,il ponte che permetteva di attraversare il fiume Cecina per raggiungere Pomarance sotto il quale negli anni 70 i paesani  della zona si radunavano con tutta la famiglia per gite domenicali o festive ,quali 1 maggio 25 aprile è così via ,per trovare  quel “fresco” e quell’ acqua pulita dove fare un tuffo,rendendo meno torrido  e insopportabile il periodo estivo di quelle zone.Di seguito tutta la storia del ponte,fonte Wikipedia .

Il ponte sul fiume Cecina, nel comune di Pomarance (Pisa), è stata una delle primissime opere in cemento armato realizzate dall’Ingegnere Pier Luigi Nervi, che ne fu sia progettista che direttore dei lavori.
I lavori del ponte iniziarono il 1º agosto del 1920 e furono terminati il 27 maggio del 1922. Il ponte, a tre campate, era realizzato in cemento armato ed aveva una lunghezza di 94 metri. Ogni campata aveva una luce di 25,66 metri ed il piano stradale era largo 5,50 metri.

Nella zona, il ponte è sempre stato conosciuto con il nome di “Ponte di Ferro”. Questo perché, pur essendo in cemento armato, aveva preso il posto del “Ponte di ferro sospeso”, un ponte in ferro sospeso su cavi realizzato nel 1834 dall’ingegnere Alessandro Manetti, su ordine di Francesco De Larderel, industriale che creò Larderello e la sua industria boracifera.

Il “Ponte di Ferro” di Nervi, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu danneggiato riportando la distruzione della campata centrale, ma solamente dopo lunghi e ripetuti bombardamenti degli Alleati.

Nel 1973 il ponte fu messo in pensione, realizzando a suo fianco un anonimo ponte a campata unica. Il “pensionamento” del ponte era dovuto ad un cedimento non dell’ardita struttura delle campate, bensì ad un cedimento di una testa di ponte, realizzata tra l’altro dopo fine della guerra.

Il “Ponte di Ferro” vede la sua fine il 18 aprile 2001, dopo che l’ANAS di Firenze ne aveva deciso la sua distruzione, spendendo circa 300 milioni delle vecchie lire. Per la demolizione del ponte, considerato pericolante, fu scelta la via dell’esplosivo. Furono realizzati 124 fornelli caricati con complessivi 150 kg di esplosivo. Alle ore 16,53 le cariche furono fatte brillare. Una volta dissolta la nube di polvere e detriti, il ponte si presentò agli occhi degli spettatori con i pilastri completamente distrutti, ma con tutte e tre le campate pressoché integre, adagiate sul letto del fiume.

Furono quindi necessarie alcune settimane di assidui lavori con mezzi meccanici muniti di pesanti demolitori per ridurre “alla ragione” ciò che restava di una delle prime opere di un grande progettista. Durante questi lavori, si scoprì anche che per realizzare l’armatura del cemento armato delle campate, era stato usato acciaio invece che comune ferro. Particolare, questo, che rendeva ancora più unica la struttura realizzata da Nervi.

Della distruzione di questo pezzo della nostra storia se ne è occupata anche la stampa, sia locale che nazionale, visto comunque l’interesse storico che rivestiva il manufatto. Questo sia per l’età della struttura, sia per il fatto che Nervi era stato suo “padre”. Negli articoli di Vittorio Sgarbi e di Simonetta Bartolini, pubblicati su “Il Giornale” si lamentava la “scomparsa” di quest’opera. A tal proposito l’articolo della Bartolini faceva notare che per la demolizione di opere con più di cinquant’anni sulle spalle (ed il ponte di Nervi ne aveva quasi 80) occorre il nullaosta della Sovraintendenza ai beni Artistici ed Architettonici, ma stranamente la Sovraintendenza di Pisa ignorava i nobili natali del ponte, quindi rilasciava disinvoltamente il parere favorevole alla sua distruzione. Sempre in questo articolo si fa menzione che invece le Amministrazioni locali conoscevano la paternità dell’opera, avendo tra l’altro pubblicato un opuscolo di 15 pagine a colori dal titolo “Ponte di Ferro…addio” a cura di Jader Spinelli e foto di Silvano Donati, pubblicazione realizzata a cura del Comune di Pomarance, dell’Associazione Turistica “Pro Pomarance” e “La Comunità di Pomarance”, opuscolo incentrato soprattutto sulle operazioni di demolizione del ponte.

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